Abbattere le barriere culturali e rendere il patrimonio accessibile davvero a tutti. In sintesi sono gli obiettivi dell’associazione di promozione sociale “Amistà”, che è stata registrata da circa due mesi e sta muovendo i suoi primi passi. Il gruppo è composto da cinque giovani genovesi tra i 24 e i 30 anni: Valeria Fusco, presidente, Chiara Pellegrino, vicepresidente, Marco Villa, segretario, Paola Ravaschio, tesoriera, e Barbara Gasperini.
Tutto è nato a conclusione dell’anno di Servizio Civile Nazionale che i membri dell’associazione hanno svolto tra il 2012 e il 2013 nelle biblioteche e nei musei del Comune di Genova. Il percorso dei volontari riguardava la creazione di progetti per favorire e promuovere l’accesso ai luoghi culturali cittadini da parte di categorie disabili.
<<L’esperienza del servizio civile ha sensibilizzato e cambiato ciascuno di noi- raccontano Chiara Pellegrino e Marco Villa –e alla fine c’era la volontà di continuare vista la grande passione maturata. La forma dell’associazione ci è sembrata quella migliore. La scelta del nome è caduta sul termine, ricercato ma ormai poco usato, di “Amistà” perché sembra descrivere a perfezione lo spirito che anima il gruppo. La parola, infatti, racchiude in sé i significati di solidarietà, calore umano, reciproca fratellanza, armonia, comprensione, dimestichezza, affiatamento, confidenza, complicità, affinità e sintonia>>.
“Amistà” ha già messo in campo alcuni progetti per farsi conoscere, tra cui la formazione sul mondo dell’associazionismo ai volontari di servizio civile 2014/2015 e la partecipazione in qualità di facilitatori a gruppi di lavoro all’interno del servizio civile regionale per le scuole, sul tema della povertà. Inoltre i ragazzi stanno lavorando a un concorso di idee per far conoscere il cimitero monumentale di Staglieno ai giovani e in collaborazione con l’ufficio Testlab della biblioteca Berio stanno mettendo a punto il sito dell’associazione, che sarà rigorosamente accessibile.
Ciascun componente del gruppo ha unito le competenze acquisite durante la formazione scolastica e universitaria di area umanistica con quelle specifiche sui temi della disabilità maturate nel percorso di servizio civile. Se la sensibilizzazione sull’abbattimento delle barriere culturali per le categorie disabili è la base di partenza, l’associazione si propone di allargare il lavoro anche in favore di <<tutte le categorie che per diversi motivi hanno difficoltà ad accedere al bene pubblico, come bambini, anziani e stranieri>>.
Agnese Campodonico