Da “Angeli del fango” a “La meglio gioventù” sono diverse le etichette che si è cercato di dare a un movimento molto spontaneo e “anonimo” di ragazzi, anche giovanissimi, che di fronte al dramma dell’alluvione di Genova del 9 e 10 ottobre scorsi si sono rimboccati le maniche e sono scesi in strada ad aiutare le persone colpite. Per lasciare traccia di un gesto così importante, nato dalla sincera preoccupazione di aiutare la propria città a rialzarsi, Informagiovani ha ascoltato alcune testimonianze.
Matteo, Marcello e Simone, tutti e tre di 17 anni, raccontano così la loro esperienza: “Siamo andati ad aiutare in centro, tra via Cesarea, via Granello, piazza della Vittoria e via Barabino, nelle giornate di sabato, domenica e martedì, subito dopo l'alluvione. Dopo avere visto quello che era successo abbiamo deciso con degli amici di andare per dare il nostro contributo, perché, anche se non siamo stati danneggiati direttamente, ci sentivamo comunque coinvolti in ciò che era successo”.
“Siamo andati perché pensavamo che alle parole per una volta potevamo sostituire delle azioni concrete, potevamo renderci utili, - continuano i giovani -e in quei giorni non sarebbe stato possibile fare finta di niente. Per noi è stata la prima volta, nel 2011 non eravamo andati perché ci sentivamo troppo piccoli per dare una mano. Dell’esperienza ci sono rimaste la sensazione di avere contribuito utilmente e la convinzione di doverci impegnare tutti a interessarci perché una cosa del genere non accada più”.
Anche Federico, 17 anni, è andato a dare una mano insieme ad alcuni amici nelle zone di Corso Torino, via Brigata Liguria e via Cesarea nei giorni immediatamente successivi all’alluvione. “Sono rimasto colpito perché ho visto a quanta gente sta davvero a cuore Genova.- dice - Dare una mano non mi è sembrata solo una fatica, come pensavo all’inizio, ma mi sono anche divertito perché mi sono sentito utile nell’avere fatto parte di qualcosa. Tutti infatti si aiutavano l'un l'altro con grande spirito di collaborazione”.
Ringraziamo tutti i giovani volontari che ancora una volta hanno dimostrato di valere più di mille parole.
Agnese Campodonico